Dalla Bretagna a Bologna
una mostra fotografica in ricordo di Lionel Joubaud

sabato 17 settembre - sabato 1 ottobre, Mercato delle Erbe - Bologna
aperto ore 18.00-23.00, chiuso la domenica



Lionel Joubaud

Lionel Joubaud (Redon, 1967 – Bologna, 2018) nasce in Bretagna, nel nord-ovest della Francia. Nel 1985 lascia Redon per recarsi a Parigi, dove lavora tre anni come chef presso il ristorante La Dariole de Viry. Nel 1988 si trasferisce prima in Israele e poi in Egitto dove, oltre a lavorare come chef, si appassiona alla fotografia. Nel 1993 arriva in Italia, dove vivrà il resto della sua vita, prima a Livorno e poi a Bologna. Negli anni italiani approfondisce la sua ricerca fotografica e parallelamente corona il sogno di aprire un proprio ristorante. Lo fa nel 2014 fondando Banco 32, all’interno del Mercato delle Erbe, e partecipando così al rilancio del mercato quale realtà commerciale e culturale della città. Negli anni realizza mostre fotografiche in varie città italiane (Livorno, Roma, Bologna, Modena) e pubblicazioni in riviste di settore (Frame, Gente di fotografia, Aesthetica).

La mostra espone alcuni dei temi principali della ricerca fotografica di Lionel attraverso i vari generi che ha trattato, dalla foto documentaria a quella d’architettura, dalla foto di paesaggio alla ritrattistica.
Eccolo allora ritrarre le persone circondate dei dettagli dei propri microcosmi domestici, oppure indagare il tema dei sottili e impalpabili legami che collegano la vita, l’arte e lo spazio di lavoro nella serie dedicata ai ritratti degli artisti nei loro atelier. Un’indagine in cui gli oggetti e gli arredi si impastano con lo stile delle opere, un mélange inseguito fin nei suoi riflessi somatici sugli autori.
Altro tema d’elezione è il mare tramite l’interrogazione ripetuta delle coste, dove di volta in volta risaltano l’immensità e la forza delle acque, così come le lingue di terra, le scogliere, i promontori, tutti elementi che marcano le differenti manifestazioni della soglia tra terra e mare. E in questo ambito non tralascia di guardare alle microstrutture materiali e agli effetti più evanescenti, quali le rugosità dei graniti bretoni o i vapori e l’umidore che spande la luce nelle paludi natali, sulle coste cretesi, corse, africane o toscane.
Lionel non manca infine di rivolgere il suo obiettivo verso gli spazi e la vita urbana nelle loro molteplici manifestazioni. I luoghi densi o affollati e quelli vuoti, quelli del proprio mondo e quelli esotici, gli spazi della vita e quelli del consumo. E poi il paesaggio architettonico, spazio vitale delle forme plastiche, teatro di luci e ombre, uno spazio d’esercizio compositivo sempre attraente.
Insomma, una cavalcata visiva lunga alcuni decenni, costante e curiosa verso la propria storia e identità e verso il mondo, in cui, come nella sua cucina, ha mescolato con successo sapori, gusti e aspetti appartenenti a universi culturali differenti.
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